La disoccupazione in Europa resta sostanzialmente stabile, ed elevata, pur con notevoli differenze tra uno Stato membro e l’altro, mentre avanza il fenomeno della deflazione.
Lo conferma Eurostat con due documenti pubblicati ieri, secondo i quali il saggio dei senza lavoro a novembre nella zona euro era all’11,5% (11,9% un anno prima) e nell’Ue28 al 10,0% (10,7 a novembre 2013).
La lieve contrazione generale non nasconde però i 24 milioni e 423mila disoccupati totali dell’Unione europea, con il 23,7% dei giovani al di sotto dei 25 anni senza possibilità di accesso al mondo del lavoro. Restano molto differenziate le realtà nazionali: l’Austria è al 4,9%, la Germania al 5,0, la Repubblica ceca al 5,8. Buone le situazioni, con dati inferiori al 7%, per Malta, Lussemburgo, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Romania, Irlanda; Ungheria, Svezia, Polonia, Belgio e Finlandia sono sotto la soglia del 9% dei senza impiego. Dati negativi per Italia (13,4%), Portogallo (13,9), Croazia (16,6), Cipro (16,8), Spagna (23,9) e Grecia (25,7).
La disoccupazione giovanile colpisce in particolare Spagna, Grecia, Croazia e Italia, con dati oscillanti fra il 53,5% e il 43,9%.
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