SindoneDi Marco Bonatti

Sarà un’ostensione con “tutti”: i giovani, i malati, il Papa. E tanti partner: aziende grandi e piccole, imprese private, gruppi di servizi che si affiancano ai promotori per dare corpo a una “accoglienza” che riguarda non solo la Chiesa ma l’intero “sistema Torino”. Oggi (3 febbraio), nella conferenza stampa tenuta in Seminario, l’arcivescovo Nosiglia e il vicesindaco Elide Tisi hanno presentato una prima serie di “collaborazioni” che il Comitato per l’ostensione della Sindone ha concluso nelle scorse settimane. Per fare qualche esempio: Iren servizi, gruppo che raduna aziende energetiche di varie città italiane, si occuperà di realizzare interamente il percorso che, dai Giardini Reali, accompagnerà i pellegrini fino in Duomo. Iren sarà “generale contractor”, e si occuperà del progetto, degli appalti, della realizzazione definitiva.
Per quanto riguarda il viaggio verso Torino Trenitalia sarà il vettore ufficiale, e proporrà una campagna di sconti su tutti i convogli diretti nella capitale subalpina (Frecce e treni nazionali); ma ci saranno anche gli Automobile Club per i sistemi di gestione dei bus – l’ostensione ne porterà a Torino almeno 30mila… Le collaborazioni riguardano un po’ tutti i settori, dalle assicurazioni per i volontari (Cattolica) ai fiori freschi che verranno posti ogni giorno sotto la Sindone (Consolata Pralormo). Alcuni sono interventi anche economicamente importanti, per i sistemi di sicurezza e videosorveglianza, altri contributi sono più modesti ma tutti ugualmente significativi e graditi. L’elenco completo di chi sostiene e collabora all’ostensione si trova sul sito ufficiale www.sindone.org.
La collaborazione riguarda anche la comunicazione. Acqua Valmora diffonderà, nei mesi di febbraio e marzo, milioni di bottiglie che porteranno sull’etichetta l’invito a prenotarsi tramite il sito www.sindone.org (La visita alla Sindone è completamente gratuita, la prenotazione è obbligatoria). L’Agenzia Armando Testa partecipa offrendo la campagna creativa per pubblicità, banner, cartelloni, manifesti. Una società specializzata in social media, Hub09, offre l’assistenza tecnica per la gestione degli account legati all’ostensione su Twitter, Facebook, Youtube. L’hashtag è #sindone2015. E ancora: i testi dei comunicati stampa e delle notizie del sito sono tradotti in inglese da Shenker, mentre è la città di Chambéry (dove la Sindone rimase per un centinaio d’anni prima di raggiungere Torino) ad offrire la traduzione integrale del sito in francese.
Queste collaborazioni a tutto campo sono indispensabili per mantenere il bilancio dell’ostensione nei limiti stabiliti (i costi per i promotori saranno di poco superiori ai 4 milioni di euro); ma “dicono” molto di più: segnalano che c’è, nel territorio torinese, la ferma volontà di sollevarsi dalla crisi, e anche di voltare pagina rispetto a un modello di città – quello dell’automobile “vecchia maniera” – che è finito per sempre. L’ostensione della Sindone, pur conservando tutte le sue precise caratteristiche di evento religioso, ha dimostrato di essere, dal 1998 ad oggi, un “catalizzatore” delle energie della città, un modo concreto di combinare insieme risorse e voglia di futuro, per proporre un’immagine di Torino capace di suscitare interesse in Italia e non solo.
La Chiesa è ben consapevole di questo percorso: l’arcivescovo Nosiglia, come i suoi predecessori, ha scelto la piena collaborazione con gli enti locali, le fondazioni bancarie, le istituzioni culturali (e, per il 2015 con i Salesiani che celebrano il bicentenario di don Bosco). Non è un percorso solo economico ma, più complessivamente, culturale e “politico”: si tratta di concorrere, tutti insieme, a costruire futuro, anche attraverso celebrazioni religiose capaci di richiamare tanto i “pellegrini” quanto i “turisti”. Non sono infatti soltanto i credenti delle parrocchie, quelli che vengono a vedere la Sindone. Ma sempre di più, da un’ostensione all’altra, si constata come quel volto rappresenti un richiamo e una domanda anche per chi non crede, per chi è “indifferente” alla questione religiosa – per chi, insomma, è comunque in cerca di una “immagine di Cristo”. Un altro aspetto in crescita del pellegrinaggio alla Sindone riguarda i credenti dell’Est Europa, in prevalenza ortodossi. La caduta dell’Urss e l’immigrazione in Occidente hanno favorito il diffondersi di una spiritualità che nelle icone, e nel Volto del Signore, ritrova un tratto fondamentale. Per questo si attendono molti pellegrini dall’Oriente europeo (al momento le prenotazioni hanno raggiunto quota 588mila, il che lascia pensare che si possano raggiungere i 2,1 milioni di visitatori del 2010).
La collaborazione della Chiesa con la città trova un esempio altrettanto importante nel campo culturale e artistico. Oggi mons. Nosiglia ha annunciato che sarà esposto, nel Museo diocesano che si trova sotto il Duomo, il “Compianto” del Beato Angelico, abitualmente conservato nel Museo di San Marco a Firenze. Si tratta di uno dei dipinti più importanti di Giovanni da Fiesole, e il soggetto è particolarmente “collegato” alla realtà della Sindone: nel Compianto si trovano infatti tutti gli elementi classici della Deposizione dalla Croce, con un chiaro riferimento, così come testimoniato dai Vangeli, al sudario che avvolse il corpo di Cristo. L’operazione è stata curata dall’associazione “Sant’Anselmo”, braccio operativo della Conferenza episcopale italiana, che coordina anche, da molti anni, la presenza del mondo cattolico italiano al Salone del Libro di Torino. Curatore degli aspetti artistici è mons. Timothy Verdon, direttore del Museo diocesano di Firenze. L’esposizione del Compianto è stata resa possibile dal concorso di numerosi partner per le spese di assicurazione, trasporto, sistemazione nel contesto museale. Fra essi bisogna segnalare la “Consulta per Torino”, il gruppo d’imprese e istituzioni che da parecchi anni anima e coordina gli interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio culturale subalpino. Della Consulta fanno parte, tra gli altri, Lavazza, Fiat, Ferrero e altri grandi nomi dell’imprenditoria piemontese.
Avvicinare un quadro della grande arte sacra italiana all’ostensione della Sindone, ha ricordato mons. Nosiglia nel suo intervento, è “un contributo che aggiunge valore non solo all’ostensione ma alla vita culturale dell’intera città”. L’arcivescovo pensa, in particolare, ai giovani, che saranno tra i protagonisti dell’ostensione; e auspica che anche la vita culturale sia occasione per “dare una ‘visione’ ai giovani, la ‘vista’ non basta; dare una visione non significa dare precetti, né oggetti, di corta durata, significa chiedere di guardare oltre la collina, la montagna, la frontiera, di sé, del tempo, del mondo”.
Il quadro del Beato Angelico rimarrà esposto nel Museo diocesano per tutta la durata dell’ostensione. L’ingresso è a pagamento (www.museodiocesanotorino.it).

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