MONTALTO DELLE MARCHE – Esposta a ponente, ma rivolta ad est, come sempre avveniva in passato per decidere l’orientamento delle chiese e di ogni altro luogo sacro, la Cappella del Seminario Vescovile di Montalto, nella Festa della Presentazione del Signore di questo anno 2015, ha rivisto, dopo anni, i Fedeli arrivare in processione con le candele in mano, dai più piccoli ai più grandi, e il Parroco don Lorenzo Bruni celebrare la Santa Messa sull’altare della stessa, sopra il quale troneggia la venerata immagine della Madonna Pellegrina.
Con gli eventi sismici del 1997 e del 2009 (i terremoti di Marche-Umbria e de L’Aquila), tutti gli ambienti dell’antico Palazzo del Seminario montaltese (alcuni in maniera più evidente, e tra questi eminentemente la Cappella) hanno subito danni più o meno importanti, che col passare del tempo, e le continue sollecitazioni a cui è sottoposto lo stabile, data la presenza di alcune Istituzioni diocesane, quali la Biblioteca e l’Archivio, e lo stesso Museo Sistino Vescovile al secondo piano, hanno decretato l’ingiunzione di chiusura da parte della Sovrintendenza ai Beni architettonici di Ancona fino a che si fossero eseguiti i lavori di consolidamento e di messa in sicurezza degli ambienti interessati.
Ecco allora un’occasione privilegiata per mostrare gratitudine e riconoscenza alla Curia Vescovile, cui fa riferimento la proprietà e la responsabilità dell’intero bene, che nei mesi passati ha provveduto al doveroso e significativo ristabilimento delle condizioni favorevoli al recupero e all’uso della Cappella.
Ambiente raccolto e che favorisce la preghiera liturgica, illuminato a giorno da due ampie finestre aperte sulla parte di fondo, che guardano verso la valle del fiume Aso, decorato pittoricamente con motivi ornamentali, citazioni e simboli che rimandano al culto mariano, facendo convergere lo sguardo verso il centro della parte di fondo, esso accoglie da decenni l’immagine lignea della Madonna, chiamata Pellegrina soprattutto a ricordo della grandiosa Peregrinatio Mariæ, indetta e fortemente sostenuta dall’allora Vescovo diocesano Monsignor Pietro Ossola, che, nel suo brevissimo episcopato, la volle (come quella di San Giovanni per la Diocesi di Ripatransone) in tutte le Parrocchie della Diocesi sistina, fin nelle più distanti, in terra d’Abruzzo.
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