Di Rodolfo Papa da Zenit
La consapevolezza dei condizionamenti che le ideologie politiche, strategico- militari ed economico-sociali hanno introdotto nel pensiero contemporaneo estetico ed artistico, condizionamenti delineati nei precedenti articoli, conduce alla consapevolezza della necessità di elaborare una nuova storia dell’arte cristiana, che rintracci ciò che è avvenuto nel corso degli ultimi tre secoli, restituendone un panorama completo e veritiero.
Infatti, dal Settecento in poi, moltissime ideologie si sono affermate nella cultura occidentale, erodendo spazi di coscienza artistica nella sfera della promozione di opere d’arte e di artisti. Gli artisti sinceramente cristiani gradualmente sono stati abbandonati, e nei salotti della borghesia illuminata sono entrati gli adepti delle nuove ideologie rampanti. Oggi tutto è a macchia di leopardo, con permeazioni ideologiche in ogni luogo ed in ogni ambiente. Di fatto la questione dell’arte è solo la parte più visibile di una lenta ed inesorabile apostasia. Ci sono sinceri fautori di movimenti artistici moderni, post-moderni o trans-moderni, anche tra le fila dei teologi, che quasi non si rendono conto della devastante battaglia che si è combattuta nel corso del Novecento, sul filo delle questioni dell’arte, con lo scopo di conquistare territori di influenza politica ed economica. Non ci si rende conto delle macerie “culturali” che questa guerra ha lasciato sul campo di battaglia, che è principalmente l’Europa, ma che di fatto è l’intero pianeta.
Questioni come le teorie Gender, l’aggressione alla istituzione del matrimonio e alla famiglia destano giustamente visibili e diffuse preoccupazioni, ma appare invece poco considerata la questione delle forme d’arte, che sono intrise delle ideologie da cui nascono proprio quelle teorie e quelle aggressioni, ma che vengono accettate come opportune addirittura per il culto.
Molti grandi artisti sono stati sacrificati sull’altare del politicamente corretto e sono stati espunti dagli elenchi della storia dell’arte cristiana, per l’ossequio a quella visione ideologica, per la quale è necessario mostrare la capacità di scrivere “narrazioni” alla moda.
Ci sono stati artisti grandi che hanno prodotto immensi capolavori tra Settecento e Ottocento e poi lentamente sono caduti nel dimenticatoio, ci sono stati artisti che hanno promosso le arti fino agli inizi del XX secolo e artisti che nonostante siano stati ignorati in vita e/o perseguitati perché cattolici, hanno prodotto capolavori spesso rimasti ancora ignoti.
A venticinque anni dalla caduta del muro di Berlino e quindi dalla fine della Guerra Fredda, forse oggi si potrebbe intraprendere un percorso di analisi dei fatti storici tale da poter comprendere quali macerie dobbiamo rimuovere dal nostro passo per ricostruire una storia dell’arte serenamente cattolica.
Non comprendere i percorsi del cammino dell’arte cristiana nei secoli e confonderli con i pensieri aggressivi e pervasivi delle ideologie è grave, ma è ancor più grave normalizzare queste situazioni, subendo la “visione del mondo”, addirittura facendola propria e diffondendola.
Questo spesso significa diffondere idee contrarie alla Chiesa, tradire la nostra Fede, fare apostasia.
Fin dai primi momenti del suo Pontificato, papa Francesco ha ricordato di mettere sempre Gesù Cristo al centro. Ricordiamo la sua prima memorabile omelia: «Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare … Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. […] Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: ‘Chi non prega il Signore, prega il diavolo’. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».
Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Storico dell’arte, Accademico Ordinario Pontificio. Website www.rodolfopapa.it Blog: http://rodolfopapa.blogspot.com e.mail: rodolfo_papa@infinito.it .
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