Alcuni suggerimenti. Il Rapporto propone, poi, alcuni suggerimenti per la prossima relazione ministeriale. Innanzitutto, “se l’obiettivo principale dei consultori è quello di evitare l’Ivg applicando pienamente l’art. 2 della legge 194, sarebbe assai importante documentare i casi in cui l’intervento consultoriale ha mutato in scelta di accoglienza della vita una manifestata intenzione di aborto”. Sarebbe auspicabile, poi, “riportare nella relazione ministeriale anche le notizie ricavabili dall’attività del volontariato pro-life”. Ad esempio, nel 2010 sono nati anche per l’aiuto del volontariato dei Centri di aiuto alla vita 10.070 bambini e nel 2011 10.078. A proposito di adozione come alternativa all’aborto, per il Mpv la relazione ministeriale dovrebbe fornire dati sul numero dei neonati partoriti in anonimato.
Due riforme. Non solo: il Movimento per la vita approfitta della relazione ministeriale per riproporre, ancora una volta, due riforme legislative. “Una proposta legislativa sull’aborto per suscitare impegno deve contemporaneamente essere d’alto profilo ed avere una qualche possibilità di essere accolta – chiarisce il Rapporto -. Nella situazione culturale e politica attuale sembra opportuno concentrare lo sforzo su due proposte: la modifica dell’art.1 del c.c. per riconoscere la capacità giuridica ad ogni essere umano fin dal concepimento e la riforma dei consultori familiari in rapporto all’interruzione volontaria della gravidanza”. La prima non tocca la legge 194, ma è diretta ad incidere fortemente sulla sua applicazione; la seconda riguarda la legge 405/75, istitutiva dei consultori familiari, ma esige una significativa revisione anche degli artt. 4, 5, 8 della legge 194. Per quanto riguarda la prima riforma, sottolinea il Movimento per la vita, “senza il riconoscimento della piena umanità dei concepiti è debole la controspinta rispetto all’aborto e le stesse misure di sostegno economico e sociale a favore della maternità sono poco sospinte”. Perciò il Rapporto riporta le parole del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei: “Ogni valore, necessario per il bene della persona e della società – come il lavoro, la casa, la salute, l’inclusione sociale, la sicurezza, le diverse provvidenze, la pace, l’ambiente – germoglia e prende linfa dai valori non negoziabili, il primo dei quali è la vita”. La seconda riforma per un verso dovrebbe definire la funzione consultoriale “come esclusivamente diretta a proteggere la vita e la maternità” e quindi non comprendere il potere di autorizzare l’aborto e, per altro verso, dovrebbe rendere “obbligatorio il ‘passaggio’ attraverso il consultorio della donna che è orientata ad abortire”.
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