Di Fatima Orefice
DIOCESI – Il Vescovo Carlo Bresciani ha celebrato presso il monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto una celebrazione per le vocazioni.
Vescovo Carlo: “Le parabole hanno sempre uno scopo di insegnamento. Se questa sera ne volessimo parlare dal punto di vista vocazionale, che cosa ci potrebbe dire una parabola di questo tipo?
A me pare che sia davvero molto interessante: la questione che Gesù pone non riguarda la ricchezza o meno, ma da dove viene la vocazione.
La vocazione di quest’uomo ricco che poi si rivolge ad Abramo viene dall’attenzione a chi è vicino alla morte: la vocazione di Dio ci arriva attraverso le mediazioni che Dio mette sul nostro cammino.
Questo ricco ha il problema di essere chiuso in se stesso, di ascoltare solo se stesso e i suoi bisogni (come avere bei vestiti e buon cibo quando ne avverte la necessità). Quando ascoltiamo solo noi stessi, in realtà non facciamo altro che perderci, fino a non riconoscere nemmeno più i nostri peccati, proprio come fa quest’uomo che crede erroneamente di proteggersi e salvarsi chiudendosi in sè.
Ascoltando solo noi stessi, i nostri impulsi e i nostri desideri, noi non siamo più in grado di ascoltare l’altro e di conseguenza facciamo dire anche a Dio quello che piace a noi; in questo modo non comprendiamo più la vocazione.
La nostra vocazione viene per farci rendere conto dei bisogni dell’altro e non soltanto dei nostri.
Dio mi chiama ed io devo rispondere con generosità, ma come?
Noi tutti possiamo rispondere facendo un passo verso l’altro. Anche la vocazione matrimoniale non è chiudersi sui propri bisogni, ma aprirsi all’altro coniuge ed insieme camminare verso Dio.
Preghiamo dunque per la nostra vocazione e per la vocazione della Chiesa. La strada è quella di aprirsi sempre di più all’altro e smettere di piangersi addosso, accorgerci che ci sono anche i bisogni degli altri: questo è il senso della preghiera.
Preghiamo Dio non solo per noi stessi. Gesù ci insegna che se facciamo tutto quello che possiamo per l’altro nonostante i nostri limiti, allora possiamo pregare Dio con autenticità e con sincerità di cuore. Ascoltiamolo e facciamo in modo che la nostra apertura, il nostro uscire da noi stessi per andare incontro agli altri abbia sempre come modello Gesù, che esce dal Padre per venire a noi.
Questa è la vita cristiana. Il Signore ci aiuti a viverla sempre cosi!”.
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