Bastano pochi minuti, a volte, per cambiare la storia. L’immagine della stretta di mano tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il presidente di Cuba, Raul Castro, ha già fatto il giro del mondo come simbolo del processo di disgelo avviato lo scorso dicembre. Nelle prossime ore, è atteso un incontro tra i due presidenti a margine del primo vertice delle Americhe al quale partecipa anche Cuba. Dall’“interazione informale”, come l’ha definita la Casa Bianca, si passerà dunque al confronto sui temi più caldi sul tappeto: i due leader “faranno il puto della situazione” sui negoziati in corso per la ripresa delle relazioni diplomatiche e discuteranno delle “persistenti divergenze”.
A suggellare l’importanza di questo evento – già di per sé di portata storica – è il messaggio inviato dal Papa, e letto dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, all’apertura del summit di Panama. Era stato proprio Bergoglio, infatti, il principale “sponsor” del percorso di riavvicinamento tra Washington e L’Avana: la mediazione del primo Papa latinoamericano della storia ha avuto un ruolo chiave, come riconosciuto sia da Obama sia da Castro dopo lo storico annuncio della svolta lo scorso 17 dicembre.
“Non basta aspettare che i poveri raccolgano le briciole dai tavoli dei ricchi”, si legge nel messaggio scritto in spagnolo e letto nella stessa lingua da Parolin alla presenza di 33 leader americani. “L’iniquità e l’ingiusta distribuzione delle risorse è fonte di conflitto e di violenza tra i popoli”, ribadisce Bergoglio, secondo il quale “la grande sfida del mondo è la globalizzazione della solidarietà e fraternità invece della globalizzazione della discriminazione e l’indifferenza”. “Nessun essere umano dovrebbe essere escluso” da “beni di base” come “la terra, il lavoro e la casa” e da servizi pubblici come “la salute, l’educazione, la sicurezza e l’ambiente”, scrive ancora il Papa denunciando le “scandalose differenze” all’interno di tanti Paesi, “in particolare nelle zone indigene, rurali e nei sobborghi delle grandi città”. È la “cultura dello scarto”, stigmatizzata da Bergoglio fin dall’inizio del pontificato.
Obama e Castro non si stringevano la mano dal 2013, quando si incontrarono al funerale di Nelson Mandela in Sudafrica. A Panama, seguendo l’alfabeto spagnolo che vede gli Usa come Estato Unidos, siedono in seconda fila a soli due posti di distanza. Oggi, questa distanza si è ulteriormente accorciata.
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