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Di Floriana Palestini

Si è riunita a S. Benedetto la consulta laicale, l’organismo che riunisce tutte le aggregazioni ecclesiali presenti in diocesi. Don Gianni Croci e Mascia Moretti hanno fatto partire l’incontro leggendo l’Inno alla carità, presente nel capitolo 13 della Prima lettera di San Paolo ai Corinzi.
Don Gianni ha anche presentato un estratto dalla bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco per il prossimo dicembre: «La bolla inizia affermando che Gesù è il volto della misericordia di Dio. Questa parola, che secondo il Papa sintetizza il mistero della fede cristiana, si è concretizzata in modo particolare nel mistero pasquale: “Noi annunciamo Cristo crocifisso” (1 Cor 1, 23).

Il compito della Chiesa ora è quello di guardare all’essenziale: l’uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa, come affermava San Giovanni Paolo II nella Redemptor Hominis, e si deve impegnare a lavorare con gli altri e per gli altri, condividendo l’amore per l’unico Dio.

Nella nostra diocesi c’è tanto individualismo, si fatica a lavorare insieme. Non dimentichiamo che Dio è relazione: è bello offrire la propria ricchezza, il proprio carisma, e poter dividere i propri doni con gli altri.»

Con questo spirito la consulta ha affrontato il tema principale all’ordine del giorno, l’organizzazione della veglia di Pentecoste: prevista per il 23 maggio 2015, vedrà lavorare fianco a fianco tutte le associazioni e i movimenti presenti nella nostra diocesi, che si alterneranno nel percorso dalla Cattedrale alle Suore Concezioniste. La processione sosterà in 5 punti, richiamando i 5 verbi che scandiscono la preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze del prossimo novembre (uscire, annunciare, educare, abitare, trasfigurare). La processione non si svolgerà all’interno delle quattro mura di una chiesa, ma tra le strade della città, e questo è il segno di una Chiesa estroversa: lo stesso Papa Francesco non si stanca mai di ripetere che bisogna sorprendere, sconvolgere gli schemi, anche se è difficile, soprattutto quando si lavora insieme. Ma la sfida è proprio questa: mostrare che siamo capaci anche di ciò che credevano “impossibile” e soprattutto, attraverso la processione per le vie del centro, mostrare ai cosiddetti “scettici” la nostra gioia nel testimoniare il Vangelo e nello stare insieme.

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