Sant'Egidiodi Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Continuano le testimonianze dei Neocatecumenali in piazza Umberto I.
Anche nell’ultima domenica il bel tempo ha fatto da sfondo ad un incontro che dura ormai da quattro settimane: l’appuntamento è alle 16 per ritrovarsi insieme, condividere esperienze e dimostrare la propria fede cristiana e la gioia che ne scaturisce. Anche questa volta i sottofondi musicali spagnoleggianti si sono mescolati ai sorrisi e ai canti di bimbi, giovani e adulti che, sotto un sole quasi estivo, hanno dato lode al Signore.
A prendere la parola per primo Andrea, un ragazzo di 16 anni, anche lui testimone di come l’amore di Cristo avvolga più di ogni altro abbraccio: “è Lui che sta sempre con me, che mi aiuta, mi incoraggia e mi conforta quando le cose del mondo mi infondono tristezza e sofferenza. E’ al Signore che io volgo lo sguardo ed è Lui che ringrazio per avermi donato una famiglia cristiana”.
A seguire, poi, l’annuncio, il kerigma, la proclamazione del messaggio cristiano attraverso le parole di una donna che al microfono si dichiara insieme emozionata e timorosa per il ruolo assegnatogli. Il messaggio cristiano si esplicita questa volta con un confronto fra tre dialoghi, tutti con protagonisti un angelo ed una donna ma che danno effetti e risultati diversi.
Il primo, quello originario e causa poi di tutte le sofferenze dell’umanità, tra Eva e il serpente Lucifero, l’angelo che, allontanatosi dal creato, scelse di rinnegare il suo status di creatura e di diventare Dio di se stesso. Un dialogo incentrato sull‘inganno e sulla tentazione attraverso il quale il demonio insinua nella mente di Eva dubbi e menzogne, fino a convincerla a disobbedire a Dio Padre e a lasciarsi sedurre dalle catechesi del demonio. Così, attraverso il si disobbediente di Eva, il peccato è entrato nella carne dell’uomo causandogli una morte sia fisica che spirituale molto profonda: rinnegando la volontà di Dio, l’uomo ha negato il suo essere ed è precipitato nel baratro della mancanza di certezze e identità, in un disperato bisogno di amore e fiducia, che solo Gesù Cristo e la sua misericordia hanno saputo sanare.
Il secondo dialogo, invece, è quello più “fruttuoso” e salvifico tra l’arcangelo Gabriele e la Vergine Maria, la prediletta del Signore che accetta la volontà del Padre e diviene suo strumento per donare al mondo il Salvatore, colui che con la sua morte ha ricucito la ferita tra Dio e l’uomo e che ha riaperto le porte dei cieli all’umanità: attraverso Gesù tutti i nostri peccati sono stati perdonati e cancellati per sempre e l’amore di dio si è rivelato a noi nella sua immensità. Un amore così infinitamente pieno da lasciarci anche liberi di scegliere, come solo l’amore vero sa fare: per questo Dio attende da ognuno di noi una risposta personale e specifica, possibilmente simile a quella di Maria, ma comunque libera. Una risposta che, se positiva a Lui, permette la discesa e l’opera in noi dello Spirito Santo: una risposta che richiede confessione, pentimento, abbandono e fiducia incondizionata nella misericordia divina.
Il Signore, infatti, ci ama sempre e comunque, anche nel momento più basso e nel peccato più profondo; anzi, come dicono i padri della chiesa, “non c’è niente che attira di più lo Spirito Santo di un peccatore pentito e convertito, che confessi i suoi peccati e chieda la grazia di Dio”: una verità che il mondo ha dimenticato. Il terzo dialogo, dunque, è quello immaginario – ma oggi più che mai necessario – tra la testimone neocatecumenale che si fa “angelo “ per una “donna” nuova, cioè la gente presente in piazza: “oggi il Signore sta chiamando anche voi ad una risposta: il nostro non è un Dio lontano e assente ma un Dio che vuole diventare un tutt’uno con noi e concretizzarsi nella nostra vita, che desidera fortemente che consegniamo a Lui i suoi peccati e che ci lasciamo avvolgere dal suo amore. Il peccato ci ha spinto nella menzogna e in una relazione imperfetta con Dio: solo la bellezza della natura conserva ancora la perfezione di questo rapporto d’amore. Oggi, però, l’uomo è di nuovo chiamato a tornare ad essere figlio dello Spirito Santo, a lottare con la propria umanità, ad amare il prossimo come se stesso, a chiedere di più alla propria volontà, a seguire il sermone della montagna, a non lasciarsi addormentare la coscienza dai finti buonismi e dalle sue ingannevoli convinzioni. Cristo ci chiama veramente ad essere felici ma per esserlo è necessario che ognuno di noi chieda l’umiltà di cambiare, di seguire l’esempio di Cristo che si è umiliato nell’obbedienza e che ha saputo accettare la sua storia e la volontà del Padre: questa la strada dell’umiltà e della vera felicità”.

Appuntamento in piazza a Sant’Egidio alla Vibrata, domenica 17 maggio alle ore 16.00, per l’ultimo appuntamento con gli amici del Cammino Neocatecumenale.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *