cooperazioneDi Benedetto Riga

“Open Cooperazione” (www.open-cooperazione.it) è un progetto in rete che intende promuovere e facilitare la trasparenza e l’accountability delle Ong e delle associazioni che lavorano nel settore della cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario. È una piattaforma in cui tutte le organizzazioni potranno inserire gratuitamente i propri dati di trasparenza per renderli aperti e facilmente consultabili.

Condivisione delle informazioni e apertura dei dati.
“Open Cooperazione” – che nasce dal blog www.info-cooperazione.it, il punto di riferimento in rete degli operatori della cooperazione internazionale in Italia – è un’iniziativa che intende affrontare la questione della trasparenza e dell’efficacia degli aiuti nella cooperazione allo sviluppo, nella convinzione che questa sia una delle sfide più importanti da affrontare per il mondo del Terzo Settore e della Cooperazione. Lo strumento scelto per affrontare questo problema, è quello di puntare sulla condivisione delle informazioni e sull’apertura dei dati (opendata).

Per i donatori, l’opinione pubblica, i beneficiari. A vantaggio dei donatori (privati o istituzionali), l’iniziativa fornisce informazioni più ampie rispetto a quelle già previste – i resoconti delle attività – garantendo la possibilità di conoscere la governance di ogni singola organizzazione e la loro gestione. All’opinione pubblica – che spesso viene raggiunta da inchieste giornalistiche che riguardano proprio la cooperazione – viene fornito uno strumento dettagliato di conoscenza, continuamente aggiornato. A maggior ragione, questo vale per i beneficiari, che attraverso “Open Comunicazione” saranno messi in grado di conoscere la provenienza delle risorse messe a disposizione per la realizzazione dei progetti di solidarietà in Italia e all’estero.

L’esigenza di acquisire dati certi.
Non esiste attualmente in Italia una mappa del settore che consenta di acquisire e valutare dati certi sulla cooperazione, anche al fine di valorizzare le attività. Anche a livello internazionale, ci si trova nella medesima situazione. Il Comitato di aiuto pubblico dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) stima che i fondi raccolti da Ong e altre organizzazioni private attraverso donazioni ammontino a quasi 30 miliardi di euro (dati 2011), il 24% dell’aiuto allo sviluppo. Il Centre for Global Prosperity stima che questa cifra arrivi a 50 miliardi, se si contano anche le risorse mobilizzate da fondazioni e aziende.

Il 2015: anno determinante per la cooperazione per lo sviluppo.
Per chi lavora nel campo dello sviluppo, questo è un anno decisivo: saranno diffuse le decisioni riguardanti l’Agenda dello Sviluppo post-2015 e la Finanza per lo Sviluppo, si conosceremo gli esiti degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e verranno tracciate le cosiddette “lessons learned” – letteralmente, gli insegnamenti tratti dalle lezioni apprese – che dovrebbero contribuire a creare un quadro preciso e affidabile per il futuro dello sviluppo responsabile. Strumento fondamentale per tracciare questo quadro, sarà la scadenza prevista nel mese di dicembre: entro questa data si dovrà attuare lo standard Iati, l’Indice di Trasparenza degli Aiuti, una cui prima elaborazione è stata fatta nel 2014, a cui seguirà quella prevista nei primi mesi del 2016. Questo permetterà all’équipe di Publish What You Fund – l’organizzazione internazionale che rileva la trasparenza degli aiuti – di monitorare e valutare le revisioni intermedie per controllare a che punto sono i diversi Paesi nella pubblicazione dei dati.

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