Non “capi” ma “servitori”. Nella relazione finale di ieri sera allo Stadio Olimpico, in occasione della XXXVIII Convocazione Nazionale, il presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez ha fatto proprie le esortazioni di papa Francesco e ha rivolto un accorato appello a tutti i membri del movimento carismatico.
Venerdì scorso in piazza San Pietro, il Pontefice aveva ricordato ai partecipanti alla Convocazione che il mandato dei leader eletti nei gruppi, nelle comunità e negli organi pastorali non è mai a vita, proprio perché sia messa alla prova l’autenticità della loro vocazione.
“In accordo con Papa Francesco, vorrei dire: nessuno di noi faccia soffrire i fratelli, imponendosi, non siamo una ‘dittatura’. Nessuno di noi faccia soffrire i fratelli proponendosi, non siamo un partito”, ha dichiarato Martinez.
Far parte del Rinnovamento nello Spirito Santo non vuol dire far parte di “un club dove scade una tessera” e nessuno può ‘impadronirsi’ dei propri fratelli o sottoporli a “discernimenti che soffocano lo Spirito!”, ha aggiunto Martinez, ricordando il recente rinnovo dei “servitori” del movimento, il quale alla fine di questa stagione avrà “il 50% dei nuovi responsabili”.
Il passaggio di consegne, in tal senso, è spesso un momento “delicato”, in cui “c’è chi si offende, chi lascia, chi comincia a parlare male”, tuttavia “il metodo carismatico è il discernimento comunitario, cioè la sottomissione agli altri” e alle loro decisioni, da attendere “con apertura di cuore e libertà interiore”.
La tentazione del potere e dell’onore, ha proseguito il presidente, si vince in un modo solo: l’unità in Cristo, in particolare “nell’adorazione”.
Martinez ha poi ricordato cosa voglia dire veramente l’espressione “corrente di grazia” coniata svariati anni fa da San Giovanni Paolo II: questa definizione non è in contraddizione con l’idea di un “movimento ecclesiale” che “vive la comunione con i propri pastori” e che, proprio per questo, si rivela “realtà ecclesiale”.
Francesco ha dunque ricordato la natura carismatica del movimento, tuttavia, ha sottolineato Martinez, “tornare alle origini, a quel fuoco che non si deve spegnere, non può trascurare il cammino, la maturità, gli impegni ecclesiali”.
Prima che di “strutture”, il RnS è fatto di “relazioni” e quello tra i suoi membri non è un rapporto tra ‘soci’ ma tra fratelli.
Un movimento carismatico come il RnS, per confermarsi “corrente di grazia”, deve dunque mantenere i suoi due carismi principali: “quello pastorale, del discernimento, e quello missionario, dell’Effusione dello Spirito”.
Perché la “corrente di grazia” possa scorrere, “lo Spirito deve «muovere, rimuovere, commuovere»”, ha ricordato Martinez citando Bergoglio.
“Spirito Santo, rimuovi tutti gli ostacoli: la sporcizia, la stasi, la paura. Spirito Santo, commuovi, continuando a toccare i nostri curi e a portarci nel cuore di Dio, perché dal cuore di Gesù siamo nati e nel cuore del Padre vogliamo vivere come una sola famiglia”, ha aggiunto il presidente nella sua invocazione finale.
“Non stancatevi di scomodare lo Spirito, di chiedere che questa corrente di grazia sia sempre più pura e gradita a Dio”, ha poi concluso.
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