È tutta incentrata su Maria la breve catechesi che il Papa pronuncia prima di recitare l’Angelus con i fedeli di Asunción, dopo la Messa nel Campo grande di Ñu Guazú. Prima di introdurre la preghiera mariana, e dopo il saluto dell’arcivescovo Edmundo Ponciano Valenzuela Mellid, S.D.B., il Santo Padre esorta a rivolgere “il nostro sguardo fiducioso alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra”.
“Ella – dice – è il dono di Gesù al suo popolo. Ce l’ha data come madre nell’ora della croce e della sofferenza. È frutto dell’oblazione di Cristo per noi. E, da allora, è sempre stata e sempre sarà con i suoi figli, specialmente i più piccoli e bisognosi. Lei è entrata nella trama della storia dei nostri popoli e delle loro genti”.
Come in molti altri Paesi dell’America Latina, osserva poi il Pontefice, “la fede dei paraguaiani è impregnata di amore alla Vergine”. Proprio in virtù di questo forte legame, invita ad andare “con fiducia dalla vostra madre, le aprite il vostro cuore, e le confidate le vostre gioie e i vostri dolori, le vostre speranze e le vostre sofferenze”.
“La Vergine – assicura il Papa – vi consola e con la tenerezza del suo amore accende in voi la speranza. Non cessate di invocare Maria e di confidare in lei, madre di misericordia per tutti i suoi figli senza distinzione”. Alla Madonna, il Santo Padre domanda invece “che vegli sulla Chiesa e rafforzi i vincoli fraterni tra tutti i suoi membri. Con l’aiuto di Maria, la Chiesa sia casa di tutti, una casa che sappia ospitare, una madre per tutti i popoli”.
“Cari fratelli – conclude – vi chiedo, per favore, di pregare anche per me. So bene quanto si voglia bene al Papa in Paraguay. Anch’io vi porto nel mio cuore e prego per voi e per il vostro Paese. Preghiamo insieme la preghiera dell’Angelus”.
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