VENAROTTA – Ad un anno dall’incidente del 19 agosto 2014, l’Aeronautica Militare (A.M.), l’Amministrazione Comunale di Venarotta e l’Associazione Arma Aeronautica (A.A.A.) hanno voluto commemorare il primo anniversario della scomparsa dei quattro giovani Ufficiali del 6° Stormo Ghedi (Brescia), i Maggiori Paolo Piero Franzese, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Alessandro Dotto.
Alle celebrazioni commemorative, organizzate con il patrocinio dello Stato Maggiore Difesa, hanno preso parte i familiari dei quattro giovani aviatori, il Vice Presidente della Regione Marche, Dott.ssa Anna Casini, il Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi, Comandante Squadra Aerea, il Generale di Squadra Aerea (in congedo) Giovanni Sciandra, Presidente Nazionale A.A.A. ed una rappresentanza del 6° Stormo Ghedi “Diavoli Rossi”.
In ricordo dei quattro militari è stato inaugurato nel pomeriggio, sotto il rombo delle Frecce Tricolori, un monumento realizzato dallo scultore Teodosio Campanelli di San Benedetto del Tronto.
L’opera è stata collocata sul piazzale dell’Addolorata, a Gimigliano, a dominio della valle interessata dall’evento. Il monumento consacrato al tragico incidente è stato pensato come un luogo destinato al ricordo e alla riflessione, in cui una figura umana, quasi un angelo ma più vicino ad un moderno Icaro, sta a rappresentare in una posa reclinata su se stessa, un momento di profonda meditazione interiore.
Quando si fa riferimento al mitico figlio di Dedalo e Naucrate, tutti pensano alla sconsideratezza, all’imprudenza, all’ambizione estrema. Questa in realtà è una visione arida che è stata imposta all’umanità da chi non ha mai assaporato l’energia trascinante di un sogno. Coloro che hanno l’abitudine di additare con spregio i visionari, non conoscono la magia di un’aspirazione.
Non sanno che Icaro insieme a Ulisse è stato il più coraggioso degli eroi perché non ha vagheggiato nella sicurezza della propria casa, ma ha avuto la forza di andare incontro alla sua volontà.
L’opera che l’artista Teodosio Campanelli ha realizzato per celebrare questi ragazzi vuole alludere proprio alla caduta che ogni Icaro deve affrontare. Di certo, per qualche attimo il capo rimane chino e gli occhi vengono segnati dal fallimento. Il dolore induce a rannicchiarsi, mentre la paura spinge a chiudersi in posizione fetale. Le ali indossate con temerarietà sono ferite, accartocciate, ripiegate dallo sconforto. Per alcuni secondi si percepisce solo una sofferenza lancinante.
L’acciaio corten, il materiale usato per immortalare nella memoria collettiva questo avvenimento però è resistente, capace di contrastare le intemperie e lo scorrere del tempo, proprio come gli amori più autentici. La figura che cambia fisionomia in base al punto di osservazione è attorniata da quattro steli che svettano verso l’alto, in prossimità della volta celeste. Sono di diversa altezza e simboleggiano le peculiarità di ognuno dei quattro piloti.
L’inaugurazione del monumento è stata preceduta da una funziona religiosa riservata ai familiari ed ai colleghi del 6° Stormo, celebrata da Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno presso la chiesa SS. Quirico e Giulitta di Gimigliano.
A seguire, è stata deposta una corona e scoperta una targa commemorativa riportante i nomi dei piloti scomparsi, presso il monumento ai caduti di Venarotta, riqualificato per l’occasione con il contributo dell’A.A.A. In quest’occasione è stato consegnato ai presenti un libretto commemorativo che riporta le riflessioni del Generale S.A. Maurizio Lodovisi, del Generale S.A. (c) Giovanni Sciandra, del Sindaco di Venarotta dott. Fabio Salvi, del Parroco di Gimigliano don Francesco Mangani, della Critica d’arte dott.ssa Valentina Falcioni sulla pregevole scultura che rammenterà ai posteri le virtù umane e professionali di Paolo Piero, Giuseppe, Mariangela e Alessandro, i quali guarderanno per sempre “con valore verso le stelle”.
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