GROTTAMMARE – Il 16 ottobre 2015 è stato ritrovato il “cardine” o “battente” della Porta Maggiore nello scavo all’ingresso del Paese Alto di Grottammare.
La qualificata impresa specializzata in lavori di natura archeologica, la Coop Idrea, accreditata presso la Soprintendenza, ditta con sede ad Offida, composta da Sara Capriotti, Marco Menchini (archeologi) e Andrea Mora presidente (geologo), ha aggiunto un altro “tassello” alla storia, già annunciata, di Largo Palmaroli a Grottammare. Durante i lavori di riqualificazione del piazzale ad opera del Comune di Grottammare, su spinta ed entusiasmo del sindaco Enrico Piergallini, già qualche giorno fa erano emerse delle sostruzioni risalenti al periodo tardo medioevale e rinascimentale. Come dicevano gli storici, sul luogo vi era una porta, di ingresso al paese,poi demolita,su una costa ripida , che doveva essere raggiunta salendo una scalinata.
Il lavoro di indagine, scaturito casualmente, è stato disposto dall’archeologo Filippo Demma della Soprintendenza ai Beni architettonici delle Marche, dopo più sopralluoghi. Si sa che la costruzione della Porta Maggiore risale al 1529, mentre il castello risale al IX secolo.
Era già stato ritrovato l’archivolto della porta, cioè il punto di attacco dell’arco e oggi a sorpresa, anche il cardine o battente, per cui si è scoperta con certezza l’ampiezza della porta, che era di circa 3 metri, leggermente spostata verso est, rispetto al piazzale Palmaroli. Inoltre è stata individuata la canalina che riforniva le fonti sottostanti e il primo gradino della scalinata, che, quasi certamente, da voci di corridoio dello scavo, si evince che sia ancora tutta completa sottoterra. Certamente la quota della ripida, molto ripida discesa dell’epoca era notevolmente più bassa del piano attuale. Sono emerse anche delle stanze annesse alla porta, che probabilmente erano anche sopra la stessa porta e che fungevano in origine da alloggi dei soldati che vigilavano sull’ingresso al paese, nelle lontane epoche degli attacchi dei nemici. Un magnifico acciottolato in una quota un po’ più alta era già emerso e si vede dalle fotografie. Ora l’amministrazione comunale tiene moltissimo alla valorizzazione del sito, come alla viabilità e comodità, nonchè sicurezza degli abitanti del paese alto, per cui si cercherà una soluzione che possa mediare entrambe le esigenze, ossia la valorizzazione del bene culturale rinvenuto e l’abitabilità del paese alto. Il cardine o battente, come si può vedere dalle foto, segna il punto dove l’anta sinistra della porta si chiudeva, si tratta della struttura di un infisso per un apparato di ragguardevoli dimensioni come quello, appunto, della “porta” di un paese.
Ricordiamo Porta Castello, lato ovest, verso i monti e Porta Marina, verso mare, fortunatamente conservatesi e giunte fino a noi. Porta Maggiore, risalente al XVI secolo, venne abbattuta probabilmente, come da cronache storiografiche locali , per “arieggiare” il borgo in tempo di epidemie.
C’è comunque da sottolineare che, quando la “paura” del nemico svanì, con l’evolversi dei tempi e l’avvio, graduale, alla modernità, le “porte”, i catenacci e le catene che chiudevano i nostri borghi medievali italiani , non avevano più senso di sussistere, quando non costituivano un intralcio all’ingresso di carrozze, cavalli, carri agricoli e via discorrendo. Ora si attende la scoperta del cardine destro e la ricostruzione 3D, già messa in opera dagli archeologi, cosicchè il turista possa virtualmente entrare nella porta scomparsa. Complimenti all’amministrazione comunale per la sensibilità. Abbiamo notato, entrando dentro lo scavo, il reticolo di fogne e tubature moderne, di 30-40 anni fa… per cui gli amministratori del passato, avendo visto le strutture sepolte, impossibili da nascondere – non avevano però mai dato loro importanza. Inutile dire che “…tutti sapevano che lì c’era porta maggiore”, quello che conta sono i fatti e i ritrovamenti .
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